PONTE SULLO STRETTO? MEGLIO COMBATTERE LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO

Ponte sullo Stretto e Sfruttamento Lavorativo: Le Priorità di Reggio Calabria

Il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina è tornato in auge con le promesse di Matteo Salvini, ma per molti reggini è solo l’ennesima illusione. Da 40 anni si parla della sua costruzione, eppure ad ogni ciclo elettorale, sembra ripresentarsi come un miraggio. I cittadini sono scettici: “Non si farà mai”, affermano, convinti che alla fine ci saranno sempre intoppi burocratici e finanziari che ne impediranno la realizzazione.

In questo clima di promesse non mantenute, però, emergono altre preoccupazioni che riguardano la vita quotidiana di chi abita nella città. Lo sfruttamento lavorativo è una realtà ben presente a Reggio Calabria, dove molti lavoratori, soprattutto nei centri commerciali e sul corso Garibaldi, sono costretti a lavorare per 12 ore al giorno con uno stipendio di soli 800 euro al mese. Una condizione che non solo è economicamente insostenibile, ma che va anche contro i principi di dignità e giustizia sociale.

In questo contesto, alcuni cittadini si chiedono: è davvero più utile investire nella costruzione di un ponte che non si farà mai, o concentrarsi su problemi reali come lo sfruttamento dei lavoratori? Probabilmente, con le risorse destinate al progetto del ponte, si potrebbero finanziare interventi concreti per migliorare le condizioni di chi lavora in città, offrendo salari dignitosi e combattendo le disuguaglianze sociali.

In definitiva, prima di pensare a un’infrastruttura che potrebbe rimanere nel limbo delle promesse politiche, sarebbe meglio affrontare le emergenze che quotidianamente affliggono le persone di Reggio Calabria. Solo così si potrà davvero costruire un futuro migliore per tutti.

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